Il piano annunciato da Trump non è un piano di pace, ma una dichiarazione di guerra contro il popolo palestinese e contro tutto ciò che esso possiede. Le terre incluse nel piano sono infatti proprietà dei palestinesi ed i relativi certificati di proprietà lo possono attestare.

Queste terre costituiscono la fonte principale di sussistenza per molti palestinesi, grazie ad agricoltura e pastorizia, risorsa fondamentale quest’ultima per sopravvivere nel momento in cui lo scarso accesso all’acqua ha impedito uno sviluppo esteso delle coltivazioni.

Le terre fruibili per colture e allevamento rappresentano il 30% dell’estensione totale della Cisgiordania e il 60% della valle del Giordano. Si capisce dunque come la valle sia una risorsa essenziale per lo sviluppo regionale, anche grazie alla presenza di fonti d’acqua quali il fiume Giordano, il Mar Morto e un’ampia falda acquifera. Queste costituiscono infatti una concentrazione di risorse idriche strategica per lo sviluppo territoriale e dunque per gli interessi in gioco.

Infine, la valle del Giordano rappresenta la sola possibile connessione geografica fra la Cisgiordania e i confinanti paesi arabi, con cui i palestinesi cercano a fatica di tenere rapporti economici (nonostante gli schiaccianti dazi imposti dagli israeliani) ed un collegamento con il mondo esterno.

Il piano di Trump uccide ogni speranza rimasta verso un reale processo di pace e rende impossibile la nascita di un futuro stato palestinese.