Nella mattinata di martedì 30 maggio 2023, le IOF (Forze di Occupazione Israeliane), accompagnate dalla Polizia di Sicurezza israeliana, sono entrate con cinque jeep nella proprietà di Abu Sakar, situata nella comunità di Al Hadidiya, e lo hanno arrestato.

Apparentemente alla ricerca di qualcosa, ma senza fornire alcun tipo di spiegazione, le forze israeliane hanno distrutto gli effetti personali della famiglia palestinese e le scorte di cibo per animali, controllando in ogni angolo della proprietà. Infine, hanno arrestato Abu Sakar e suo figlio Sakhir portandoli alla stazione di polizia di Sa’ar Benjamin.

Il figlio è stato rilasciato, mentre l’avvocato della famiglia ha informato che Abu Sakar era stato trasferito alla base militare e poi al carcere di O’far, vicino a Ramallah, dove è rimasto in attesa dell’appello presso il tribunale militare e di sicurezza israeliano, previsto per il primo giugno.

In quella giornata il tribunale ha rilasciato Abu Sakar dietro pagamento di 2000 shekel. Questa somma costituisce una garanzia finanziaria al fine di assicurarne la presenza all’udienza presso il tribunale militare di Salim, prevista per il 20 giugno. L’avvocato di Abu Sakar ha spiegato che l’irruzione nella proprietà è stata giustificata dalla presunta presenza di armi nascoste, che tuttavia non è stato possibile trovare.

La proprietà di Abu Sakar, nella comunità di Al Hadidiya, è circondata da insediamenti e basi militari israeliane e lui e la sua famiglia sono spesso vessati dall’esercito israeliano. Tra novembre e dicembre 2015, le IOF hanno demolito la casa della famiglia di Abu Sakar più di 30 volte in due settimane. Anche il rifugio costruito dopo il primo episodio di distruzione, insieme al riparo per gli animali e ai materiali utilizzati per proteggere la famiglia dalla pioggia e dal freddo, sono stati confiscati o ne è stata ordinata la distruzione. L’arresto di Abu Sakar è uno dei tanti esempi