Nell’anniversario della Nakba… la nostra Nakba continua.
Il crimine commesso dall’occupazione all’alba del 15 maggio, nella città di Tammoun, è costato la vita a cinque martiri. Le forze di occupazione li hanno attaccati con missili, bombe e droni, in uno dei più orribili massacri a cui si sia assistito in Cisgiordania. Hanno poi rubato i corpi dei quattro uccisi, negando ai loro cari anche la dignità di seppellire i morti.

Le forze di occupazione non si sono fermate allo spargimento di sangue, ma hanno proseguito demolendo l’abitazione con bulldozer militari Caterpillar D-10, tagliando l’elettricità e distruggendo tutto ciò che la circondava, come se l’obiettivo fosse non solo colpire gli individui, ma anche cancellarne la memoria. Uno dei corpi è stato completamente bruciato dopo che un soldato gli ha dato fuoco, lasciandolo carbonizzato a testimonianza del massacro, nel silenzio complice del resto del mondo.

Nella vicina città di Tubas, l’esercito ha demolito con esplosivi e bombe il bar vicino alla Al-Quds Open University (campus di Tubas) utilizzato dagli studenti per riposare, incontrarsi e studiare.
La distruzione del locale ha spazzato via i sogni del proprietario e un importante punto di ritrovo per gli studenti.
Un portavoce di Jordan Valley Solidarity ha dichiarato: “L’occupazione crede che la politica della vendetta distruggerà questo popolo. Ci hanno provato 77 anni fa e non ci sono riusciti. Nell’anniversario della Nakba, affermiamo che la nostra Nakba continua ancora oggi, e ogni giorno noi resistiamo”.
