L’inverno, e in particolare il mese di novembre, è cruciale per i contadini palestinesi della Valle del Giordano, perchè solo in questo periodo è possibile arare e preparare la terra per piantare grano e ceci; d’estate infatti l’accesso all’acqua a prezzi accessibili è sistematicamente negato, impedendo qualsiasi raccolto. Senza queste colture gli agricoltori non possono sostenere le loro famiglie.

All’inizio di novembre, i militari israeliani hanno iniziato la loro campagna di vessazioni mirata a impedire la semina. Da basi militari e torri di guardia posizionate su ogni collina sorvegliano costantemente la popolazione locale, usando strategicamente le informazioni raccolte al fine di ostacolare l’attività agricola, fermando i contadini ai posti di blocco e confiscandone i mezzi.

Il 16 novembre le forze di occupazione hanno preso di mira la comunità intorno a Makhul, nella Valle del Giordano settentrionale: hanno arrestato quattro contadini e confiscato i loro trattori.

Non si tratta di una novità nelle strategie messe in atto dall’esercito. Spesso i militari trattengono i veicoli confiscati per almeno un mese prima di restituirli ai proprietari, fino al termine della stagione agricola, e a condizione che venga firmato un accordo in cui i contadini si impegnano a non utilizzarli nella Valle del Giordano. Per di più, vengono comminate multe di almeno 7000 shekel.