“Quando ci causano un problema, questo ci rende più forti. Non ci fermeranno mai.”

Wadi Al Maleh, nel nord della Valle del Giordano, è ricca di storia, flora e risorse naturali. Fin dai tempi ottomani era una bellissima località turistica con sorgenti termali naturali, palme e uno storico hotel. Ma tutto è cambiato da quando la Cisgiordania è stata occupata da Israele. Oggi ospita molte famiglie palestinesi a cui è stato negato il diritto di accedere all’acqua pulita e all’elettricità, a coltivare la loro terra o persino a costruire case.

La Jordan Valley Solidarity ha collaborato con i volontari e la comunità locale per allestire un nuovo sentiero pedonale segnalato lungo la valle, per evidenziare la bellezza naturale dell’area, l’unicità della sua fauna selvatica e la storia dei suoi abitanti palestinesi.

Il sentiero è stato ripulito e segnalato, pronto per l’uso da parte della popolazione locale e dei visitatori ed è disponibile una mappa per mostrare il percorso.

Sarà accompagnato da informazioni sulle piante che crescono naturalmente nella zona, i loro nomi, le caratteristiche e il modo in cui vengono utilizzate. Ci sarà materiale didattico sugli animali e la fauna selvaggia locale. I volontari hanno raccolto storie di famiglie della zona e tutto questo sarà accompagnato da progetti artistici e creativi.

Sono in corso i piani per la giornata di apertura ufficiale il 21 novembre, quando si prevede che circa 200 persone da tutta la Cisgiordania verranno per conoscere l’area. Sarà quindi disponibile come risorsa locale da utilizzare per le visite scolastiche, in modo che i bambini locali possano conoscere l’area e gli insegnanti possano condividere le loro conoscenze.

Il 16 novembre sono iniziati i lavori per la costruzione di un piccolo centro visitatori con struttura in legno e schermi di bambù per proteggere i visitatori dalle intemperie.

Ma, prima ancora che il sentiero fosse aperto, le forze di occupazione hanno cercato di sabotarlo. Il 16 novembre i soldati sono giunti nella zona mentre i volontari stavano costruendo una piccola capanna in legno per il centro visitatori, li hanno trattenuti e hanno chiesto che fermassero la costruzione. Hanno costretto il coordinatore della Jordan Valley Solidarity ad andare con la sua auto ad una vicina base militare, dove gli hanno confiscato l’auto e gli hanno ordinato di recarsi alla base militare di Huwwara il giorno successivo.

Questo non è solo un attacco al diritto dei Palestinesi di conservare, proteggere e mettere in mostra la loro storia, flora e fauna, è anche un attacco al loro diritto di fare rete e riunire le comunità palestinesi. Con l’occupazione che ha il controllo assoluto sulla Valle del Giordano, non ci sono trasporti pubblici per i Palestinesi. Senza un veicolo, la Jordan Valley Solidarity non può riunire e sostenere le numerose comunità locali con cui lavora in tutta l’area. L’esperienza di altre occasioni in cui dei veicoli sono stati sequestrati ai Palestinesi indica che è probabile che l’auto venga trattenuta dalle forze di occupazione per almeno 1-2 mesi. Se la restituiscono, è probabile che lo facciano a certe condizioni. Spesso costringono i proprietari di veicoli a firmare un accordo che non utilizzeranno il loro veicolo nella Valle del Giordano, il luogo in cui vivono e lavorano.

Il giorno successivo, 17 novembre, l’esercito di occupazione è arrivato la mattina presto e ha distrutto il centro visitatori portando via tutti i materiali che erano stati utilizzati per costruirlo. Non avevano dato alcun avvertimento che avrebbero fatto questo e non avevano emesso alcun documento formale o ordine di demolizione.

Rashid, coordinatore della Jordan Valley Solidarity ha dichiarato: “Quando ci causano un problema, questo ci rende più forti. Non ci fermeranno mai. Continueremo a fare quello che facciamo “.