Solo negli ultimi mesi, l’occupazione si è appropriata di due sorgenti d’acqua palestinesi nella Valle del Giordano settentrionale, recintando la zona. Tali sorgenti rappresentano una risorsa naturale essenziale, sulla quale le famiglie palestinesi fanno affidamento come principale fonte di aprovvigionamento idrico. Ora queste aree sono state trasformate in luoghi di bellezza dell’apartheid, chiuse dietro cancelli di metallo e interdette ai palestinesi.

Ein Al Sakout

Fino a poco tempo fa la sorgente d’acqua naturale di Khirbet al Sakout, vicino al fiume Giordano, era un’area di svago popolare per i palestinesi, che vi si riunivano per fare picnic e per passare il tempo libero. Era inoltre usata dagli agricoltori locali per l’irrigazione dei campi. Per anni, le forze di occupazione hanno ripetutamente impedito ai contadini il raccolto e hanno danneggiato le colture per renderle senza valore. Nonostante ciò, gli agricoltori hanno continuato a coltivare la loro terra. Poi, nel dicembre 2020, i coloni dell’insediamento di Mehola hanno costruito una recinzione intorno alla sorgente, hanno eretto cancelli e l’hanno letteralmente rubata.

Poco più a sud, i coloni dell’insediamento di Maskiyyot hanno preso il controllo della sorgente naturale di Ein el Hilwe. Questa sorgente naturale, nell’area di Wadi al Maleh, per anni è stata usata dai palestinesi per abbeverare il bestiame. I palestinesi locali hanno affrontato ripetuti attacchi da parte dei coloni e tentativi di allontanamento da parte dell’occupazione tramite la messa in atto di pratiche di apartheid, prima fra tutte quella delle demolizioni. I coloni si sono ora trasferiti presso la sorgente e hanno costruito una piscina, strutture per picnic, un parco giochi – sorvegliato da una guardia di sicurezza – e una capanna informativa, con il materiale informativo fornite in ebraico.

Khirbet Ein El Hilwe 2017

Per arrivare a questo risultato l’area intorno a Ein el Hilwe era stata inzialmente classificata come zona militare chiusa, dando agli occupanti il via libera per molestare la comunità palestinese locale. É stata poi ri-designata come Riserva Naturale – un termine apparentemente innocuo, che nasconde il suo vero significato. Questa denominazione, infatti, esclude l’accesso dei palestinesi e facilita l’acquisizione della terra da parte degli insediamenti israeliani; significa inoltre che ai palestinesi può essere proibito coltivare la terra ivi situata, anche se ne sono i legittimi proprietari.

Ein El Hilwe è ora una delle 7 nuove “riserve naturali” dichiarate dall’occupazione nel 2020.

La sorgente naturale di Ein el Hilwe 2017

Rashid Khudairi, coordinatore di Jordan Valley Solidarity, ha detto:

“È chiaro che l’occupazione sta silenziosamente applicando la sua politica di annessione, prendendo il controllo diretto della terra e delle risorse idriche palestinesi.

“Siamo di fronte a una situazione di grave pericolo. L’occupazione sta violando i diritti di accesso all’acqua dei palestinesi. Recintando le sorgenti di Ein Al Sakout e Ein El Hilwe, nega loro l’accesso alla terra. Siamo particolarmente preoccupati per i residenti di Ein El Hilwe i quali, già circondati dagli insediamenti israeliani di Maskiyyot e Rotem, saranno ora completamente tagliati fuori dalla loro terra, e non saranno più in grado di sostenersi economicamente.

“Chiediamo ai popoli del mondo e ai governi internazionali di intervenire per proteggere la popolazione civile, applicare il diritto internazionale e impedire che l’occupazione annetta la Valle del Giordano”.