Giovedì sera, 17 luglio 2025

Un brutale massacro compiuto da bande di coloni – sotto la protezione e il sostegno dell’esercito di occupazione nell’area di Hammamat Al-Maleh, nella Valle del Giordano settentrionale – ha colpito decine di pecore e terrorizzato famiglie palestinesi, per poi prendere di mira direttamente i due proprietari del bestiame: Suleiman Salem e Salem Salman della comunità beduina di Al-Najada.

Le pecore sono state trovate macellate, giustiziate a sangue freddo, alcune con colpi di arma da fuoco e altre con coltelli, in una scena che va oltre i limiti della ferocia. Dopo aver lasciato che i coloni commettessero questo crimine, l’occupazione non si è fermata alla complicità; ha arrestato i due pastori, lasciando le rispettive famiglie ad affrontare impotenza, paura e privazione. Anche agli attivisti internazionali è stato impedito di raggiungere la casa di Suleiman e Salem.

I due uomini avevano cercato di difendere i propri mezzi di sostentamento e la loro terra dall’arroganza del potere, ma il risultato è stato il massacro del gregge e la detenzione. Non è stato loro permesso nemmeno di documentare l’accaduto e sono stati portati in una località sconosciuta, mentre le famiglie sono rimaste senza protezione e né alcuna forma sostitutiva di sostentamento.

Questo crimine rappresenta un’altra faccia della lenta pulizia etnica praticata dalle autorità di occupazione nella Valle del Giordano contro agricoltori, pastori e contadini, con l’obiettivo di svuotare la terra della sua gente e prepararla all’annessione e all’insediamento.

La scena straziante delle pecore sgozzate sulle montagne, ammucchiate l’una sull’altra, con il sangue che bagna le pietre, non è solo una violazione, ma un urlo in faccia a un mondo silenzioso e un marchio di vergogna sulla fronte di tutti coloro che vedono e tacciono.

Questo non è solo un massacro di pecore… È un massacro di vita, un massacro di dignità, un massacro di esistenza.