Dalle demolizioni alla fame – la distruzione del villaggio di Humsa
La comunità di Khirbet Humsa ha affrontato ripetute demolizioni, nonché la distruzione delle strutture di approvvigionamento idrico e ripetute invasioni del villaggio in nome delle “esercitazioni militari israeliane”. Ora, l’occupazione ha fatto un ulteriore passo avanti. La comunità è sotto costante sorveglianza: quando è iniziata la raccolta annuale del grano, l’esercito ha fatto irruzione nei campi, costringendo gli abitanti di Humsa a interrompere il lavoro e allontanarsi.
In passato il raccolto del grano è stato ritardato e le colture sono state danneggiate durante gli addestramenti militari israeliani, ma questa è la prima volta che si dà ordine ai contadini di fermare il raccolto senza alcun motivo.
Rashid Khudairi di Jordan Valley Solidarity ha detto:
“Questo è un nuovo tipo di politica di occupazione. Le forze israeliane hanno demolito Humsa 6 volte quest’anno, ma non sono riuscite nel tentativo di sfollare la gente. Ora si sta istituendo una nuova politica volta a punire gli agricoltori palestinesi, distruggerne l’economia e costringerli a lasciare la terra.
“Nei territori palestinesi l’occupazione usa tutti i tipi di pratiche volte a danneggiare la popolazione, come privare i bambini dell’acqua, dell’istruzione, della salute e degli alloggi. Oggi, vuole rendere le famiglie povere in modo da costringerle ad andarsene per trovare lavoro e sostenersi quotidianamente”.
“Tutte queste politiche sono contro il diritto internazionale e umanitario”.
Ad oggi, 11 maggio 2021, il grano sta marcendo nei campi intorno a Humsa. L’occupazione ha posto la zona sotto costante sorveglianza e ha proibito alla popolazione locale di lavorare o di portare materiali da costruzione nel villaggio.
Tali azioni rientrano nel piano di annessione – tutt’ora in corso – della Valle del Giordano, il quale procede inesorabilmente. Abbiamo visto cosa è successo nelle vicine Ein al Sakout e Ein el Hilwe, dove i coloni hanno avuto il via libera per entrare e recintare le sorgenti d’acqua palestinesi.
L’economia palestinese è sotto costante attacco. Alla fine del 2020, mentre i contadini della zona stavano piantando le sementi, l’occupazione ha confiscato trattori e altri veicoli agricoli per impedirne la prosecuzione del lavoro.