Alle 7:30 del 25 novembre 2015, nella comunità di Al-Hadidia, L’esercito israeliano ha demolito le case e i ricoveri per gli animali di tre famiglie. I soldati hanno anche colpito una donna incinta che ha dovuto essere portata all’ospedale perché era sanguinante.

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I tribunali israeliani non avevano ancora emesso una decisione che permettesse di eseguire la demolizione. L’esercito, come è già successo molte volte, è arrivato senza un ordine legale, e questo si può interpretare come una punizione contro Abu Saka che partecipa alle attività della Jordan Valley Solidarity e della Resistenza Popolare nella comunità di Al-Hadidia. Un mese fa è iniziato un progetto per riparare la strada e Abu Saka aveva il compito di tenere i rapporti con le organizzazioni internazionali che hanno finanziato il progetto. Il lavoro in programma avrebbe permesso che la strada rimanesse aperta durante l’inverno, quando le sue condizioni impediscono a chiunque per intere settimane di entrare o uscire dal villaggio. La strada in buone condizioni avrebbe permesso ai ragazzi di continuare ad andare a scuola senza interruzioni.

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Dopo la demolizione, i soldati israeliani sono rimasti a sorvegliare per esser sicuri che la casa non fosse ricostruita. Sono poi ritornati nel pomeriggio ed hanno chiesto a Rashid al Kadiriy di andare con loro al suo furgone. Qui gli hanno detto di informare la famiglia del divieto di costruire legalmente sul posto. Rashid ha detto che il tribunale non aveva emesso una decisione che dicesse se la costruzione era legale o meno. Allora i soldati hanno chiesto i suoi documenti e quelli di Abu Saka. Lo hanno informato che il suo furgone della Jordan Valley Solidarity e il trattore di Abu Saka sarebbero stati confiscati se i recinti per gli animali appena ricostruiti non fossero stati distrutti entro un’ora. I soldati hanno detto che è illegale che la famiglia rimanga sul posto e che devono andarsene da qualche altra parte. Le persone coinvolte sono i componenti della famiglia di Ali Mohammad Ibshara, cioè quattro persone tra cui due bambini, la famiglia di Rasi Ibsharat che ha pure quattro persone con due bambini, la famiglia di Abu Sakar composta da 11 persone, e altre 29 persone dal vicino villaggio. Stanotte le famiglie devono dormire all’aperto, comprese le donne e i bambini, oltre naturalmente agli animali.

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Dopo la demolizione, la Campagna di Solidarietà della Jordan Valley ha iniziato a ricostruire uno dei ricoveri per gli animali: Allora i soldati sono tornati e hanno preso i documenti di identità palestinesi di alcuni degli attivisti e il furgone del coordinatore della Campagna di Solidarietà della Jordan Valley, Rasheed Sawaftah. Hanno poi ingiunto alla comunità di demolire il lavoro di ricostruzione appena fatto.