Dalle prime ore del 26 novembre le forze di occupazione hanno chiuso tutti i checkpoint fra il governatorato di Tubas e la Valle del Giordano settentrionale, impedendo a insegnanti, studenti, lavoratori, medici e agricoltori di recarsi al lavoro o a scuola nella valle. Alle 5 del mattino, l’esercito ha invaso la città di Tubas, Al Fara’a, Tammoun, Tayasir e il villaggio di Al Aqaba. La strada principale che collega la città ai villaggi circostanti è stata chiusa mentre veniva lanciata un’operazione militare massiva nella zona, bloccando gli ingressi principali e secondari con barriere di terra. L’intera area è stata posta sotto coprifuoco. Non è consentito muoversi tra la città e i villaggi, né uscire dalle proprie case. Uffici e attività commerciali sono rimasti chiusi, compresi mercati e negozi. I soldati hanno perquisito numerose case, aggredendo i residenti.

Chiunque tenti di uscire di casa viene fermato e picchiato brutalmente dalle forze di occupazione. Mercoledì 26 novembre, venti persone sono state aggredite, tra cui un uomo anziano. Un residente di Tammoun che aveva urgente bisogno di recarsi in ospedale è stato fermato a un posto di blocco durante il tragitto e trattenuto per 4 ore. A causa dei ritardi, non è riuscito a raggiungere l’ospedale in tempo ed è deceduto. Cinque palestinesi sono stati arrestati nella città di Tubas, mentre decine sono stati detenuti e interrogati sul campo.

Le forze di occupazione hanno sgomberato due famiglie dalle loro abitazioni a Tammoun e sei famiglie a Tubas. Le case sono state occupate e trasformate in basi militari. Elicotteri militari hanno sorvolato la zona, sparando contro i residenti che si trovavano fuori dalle proprie abitazioni.