Maggio 2024: violazioni dei diritti umani nella Valle del Giordano
2 maggio
Alcuni coloni israeliani, protetti dall’IDF (Israeli Defense Forces, l’esercito israeliano), hanno attaccato le fattorie palestinesi della comunità di Khirbet Al-Deir, distruggendone le colture e le infrastrutture adibite all’irrigazione. I coloni sono inoltre penetrati nell’area per nuotare nella sorgente d’acqua naturale locale, risorsa essenziale per l’agricoltura palestinese che viene regolarmente sequestrata dai coloni per intimidire i contadini e ostacolare in tutti i modi l’utilizzo dei principali mezzi di sostentamento dei palestinesi.
3 maggio
Un gruppo di coloni israeliani ha preso d’assalto la comunità di Khirbet Tal Al-Hama per costruire una strada e rivendicare il possesso del territorio, ponendo una bandiera israeliana sulla cima della collina. Questo tipo di azioni rappresenta un esempio lampante dell’implementazione di una politica del fatto compiuto per quanto riguarda il controllo israeliano su terra palestinese. L’area era già stata dichiarata in precedenza “zona archeologica” da Israele per impedirne l’accesso ai palestinesi.
5 maggio
L’esercito israeliano ha consegnato a quattro famiglie del villaggio di Al-Ma’arajat, nella Valle del Giordano meridionale, l’ordine di interrompere i lavori di costruzione delle loro case e dei rifugi per le pecore, in vista della demolizione.
6 maggio
I coloni israeliani hanno iniziato a costruire una nuova colonia vicino al villaggio di Ras Al-Auja, a soli 700 metri dalle case palestinesi e dalla sorgente Auja, una fonte d’acqua vitale per i palestinesi della regione.
Un mese fa, il Ministro delle Finanze israeliano aveva dichiarato la confisca delle terre e della sorgente di Al-Auja. La costruzione dell’avamposto coloniale indica un lavoro congiunto tra i coloni in loco e il governo israeliano.
8 maggio
L’esercito di occupazione israeliano ha attaccato i villaggi di Al-Jiftlik e Furush Beit Dajan con 10 jeep militari e due bulldozer, ha espulso cinque famiglie dalle loro case e ha demolito le loro abitazioni.
9 maggio
Un gruppo di coloni israeliani ha cercato di occupare ed appropriarsi delle case palestinesi della comunità di Khirbet Wadi Snisel Bir Al-Maskob, vicino a Khan Al-Ahmar. Dopo che i coloni si sono rifiutati di lasciare il luogo, i residenti hanno chiesto l’intervento dell’esercito. L’IDF ha quindi espulso sia i palestinesi che i coloni israeliani e ha dichiarato l’area zona militare per un mese. Di conseguenza, ai proprietari palestinesi è stato vietato di rientrare nelle loro case.
12 maggio
Le forze di occupazione israeliane hanno demolito la casa di una famiglia nella Valle del Giordano meridionale.
13 maggio
I coloni hanno dipinto una bandiera israeliana su un edificio appartenente a una famiglia palestinese nel villaggio di Al-Jiftlik.
20 maggio
L’IDF e altre organizzazioni israeliane sono entrate nella comunità di Khirbet Yarza e hanno fotografato le case dei residenti palestinesi. Sebbene scattare fotografie non sia di per sé un atto illegale, costituisce una forma di intimidazione. Inoltre, è molto probabile che l’esercito e le altre istituzioni che partecipano al regime di occupazione coloniale utilizzino queste fotografie per future demolizioni, confische, arresti e/o accaparramenti di terra che minacciano la sussistenza dei palestinesi.
23 maggio
Un gruppo di coloni israeliani ha distrutto le condutture idriche che riforniscono alcune abitazioni palestinesi nel villaggio di Ras Al-Auja. Il sabotaggio è avvenuto in seguito all’insediamento di un nuovo avamposto coloniale accanto alla sorgente e al canale d’acqua, avvenuto all’inizio del mese.
28 maggio
Una casa in costruzione è stata demolita dall’IDF nell’area di Al-Mandarafat, a ovest di Gerico. L’esercito ha fatto irruzione e ha demolito la casa di Tariq Jamil Nujoom, con il pretesto che la persona in questione non era in possesso della licenza di costruzione.
Aggiornamento sulla creazione di una nuova colonia
Oltre alla distruzione delle infrastrutture idriche a Ras Al-Auja da parte dei coloni il 23 maggio, l’IDF ha chiuso un pozzo d’acqua artesiano con il cemento. Inoltre, i soldati hanno confiscato un escavatore ad un cittadino palestinese, Nasser Abu Sharif, per la seconda volta. Nasser aveva infatti già pagato 5.000 shekel all’esercito per ottenere la restituzione del primo escavatore sequestrato 4 mesi fa, che ad oggi non è stato ancora restituito.
Posti di blocco (checkpoint)
I checkpoint imposti alla popolazione palestinese per controllare l’accesso alla Valle del Giordano vengono arbitrariamente chiusi in momenti diversi a partire dall’inizio della guerra genocida a Gaza. Di conseguenza, entrare o uscire dalla Valle del Giordano è diventato particolarmente difficile, e in alcuni giorni impossibile.