Lunedì 8 febbraio le forze di occupazione israeliane hanno distrutto la comunità di Khirbet Homsa, situata nella parte settentrionale della valle del Giordano, per la quarta volta nel giro di una settimana. Le demolizioni precedenti hanno avuto luogo il 1° febbraio e il 3 febbraio, giorno in cui in cui l’esercito ha attaccato per due volte nell’arco di 10 ore.

Più di 25 pattuglie militari accompagnate da bulldozer hanno preso d’assalto la comunità, distruggendo e confiscando nove tende – appartenenti a 11 famiglie – che erano state ricostruite per la quarta volta con aiuti locali e internazionali. L’esercito ha inoltre demolito e confiscato una dozzina di altre strutture, tra cui baracche utilizzate per lo stoccaggio, e alcune capanne e recinti per il bestiame. In aggiunta, sono stati confiscati due veicoli e un trattore.

Diversi rappresentanti di istitutzioni e organizzazioni internazionali hanno visitato Khirbet Homsa e hanno ascoltato i resoconti degli abitanti, i quali chiedono alla comunità internazionale di far pressione perchè le demolizioni abbiamo fine, e di riconoscere la responsabilità di Israele per i continui attacchi alla popolazione palestinese.

Nella stessa giornata le forze di occupazione si sono dirette verso la località di Yarza, a nord della valle del Giordano, con otto veicoli militari e due bulldozer al seguito. Appena arrivati hanno bloccato le vie di accesso, impedendo alla stampa di documentare ciò che accadeva e agli attivisti di intervenire.

Hanno quindi iniziato a demolire alcune roulotte fornite dall’Unione Europea e utilizzate come abitazioni. L’esercito aveva precedentemente annunciato l’intenzione di proseguire con le demolizioni, allo scopo di forzare i palestinesi ad andarsene.

Il 9 febbraio l’esercito ha attaccato i villaggi di Al Jiftlik e di Marj Naaja. Nel corso dell’operazione sono state demolite tre cisterne d’acqua utilizzata per l’irrigazione, le quali avevano ubito la stessa sorte già tre mesi prima.

Lo stato israeliano con le sue continue violazioni del diritto internazionale mira a distruggere l’economia palestinese, costringendo i palestinesi a emigrare e a cercare lavoro nelle colonie israeliane.