La repressione dei palestinesi della Valle del Giordano si intensifica dopo le elezioni israeliane del novembre 2022
A un mese dalle elezioni israeliane del 1° novembre 2022, la situazione per i palestinesi della Valle del Giordano è peggiorata in modo significativo. I controlli ai posti di blocco, la confisca delle proprietà e l’emissione di ordini di demolizione si sono intensificati con il lancio da parte delle forze di occupazione israeliane di una frenetica campagna contro cittadini e agricoltori palestinesi e le loro proprietà nel nord della Valle del Giordano.
In un solo giorno, il 10 dicembre, sono stati lanciati attacchi contro alcune famiglie delle comunità di Atoof, Kirbet Ras al Ahmar e Al Hadidiya.
Yassin Rashaida, un agricoltore del villaggio di Atouf, ha ricevuto l’ordine di interrompere i lavori di costruzione della sua casa. L’ordine prevede che se le IOF (forze di occupazione israeliane) lo vedranno continuare i lavori di costruzione distruggeranno l’edificio e confischeranno i materiali.
Le forze di occupazione hanno emesso un ordine di demolizione per una conduttura idrica agricola nel villaggio di Khirbet Al-Ras Al-Ahmar. Quest’ultima è di proprietà dell’agricoltore Muwafaq Fakhri Daraghmeh e dei suoi soci. La conduttura di 150 mm, che copre un’area di 1,5 km, alimenta più di 1.300 dunum di terreno agricolo. L’ordinanza ne minaccia la distruzione nel caso in cui non verrà rimossa entro 96 ore dalla notifica dell’ordine di demolizione. Inoltre, le IOF hanno emesso un ordine similare per una strada che conduce ad alcuni terreni agricoli situati a 2 chilometri da Al-Ras Al-Ahmar. Muwafaq Fakhri Daraghmeh e i suoi soci hanno ricevuto anche un ordine di demolizione per le loro serre costruite su un’area di 60 dunum, utilizzate per la coltivazione di piante di banane.
Ad Ahmed Diab Ahmed Khaizran, un altro agricoltore di Al-Ras Al-Ahmar, è stato ordinato di demolire le proprie strutture agricole. Lui e i suoi soci hanno ricevuto un ordine di demolizione anche per le loro serre di banane, costruite su 30 dunum di terreno, e per una conduttura idrica lunga 1,5 chilometri che alimenta oltre 200 dunum di terreno agricolo.
Vicino alla comunità di Al Hadidiya, i coloni israeliani hanno iniziato a costruire di un nuovo avamposto illegale sotto la protezione delle forze militari. In particolare, è iniziata la costruzione di edifici e la preparazione di terreni per la coltivazione. I coloni hanno inoltre confiscato una parte dei terreni agricoli della comunità palestinese di Al Hadidiya per coltivare il grano.
Il 12 dicembre, le IOF hanno confiscato tre trattori appartenenti a un agricoltore del villaggio di Bardala. Due delle persone coinvolte e che in quel momento erano alla guida dei veicoli hanno fornito un resoconto dettagliato dello svolgimento dei fatti. Mentre stavano andando a lavorare in un’area vicino a Bardala hanno incrociato diversi camion militari. I soldati li hanno fermati e hanno chiesto loro di consegnare documenti e telefoni. Nel frattempo, un drone volava a bassa quota sopra le loro teste. Poi i soldati hanno ordinato di seguirli.
Sono quindi stati condotti con i loro trattori alla colonia di Mehola. Lì i contadini sono stati portati davanti al consiglio dell’insediamento, dove gli è stato comunicato che la terra su cui viaggiavano al momento del fermo è un’area a loro interdetta e che era dunque vietato lavorare lì. Entrambi hanno risposto che non era informati del divieto e che erano addirittura in possesso del permesso – rilasciato a seguito di una sentenza di un tribunale israeliano – di lavorare sul pezzo di terra verso il quale si stavano dirigendo. La strada che stavano percorrendo conduceva infatti a quel terreno. Il consiglio ha quindi chiesto ai contadini di firmare un documento in cui si dichiarava l’ingresso in un’area a loro vietata, ma entrambi si sono rifiutati. Prima di essere rilasciati, sono stati restituiti loro i telefoni e i documenti d’identità, tuttavia le IOF hanno tenuto i due trattori. I militari sono successivamente tornati nell’area e hanno confiscato anche il terzo trattore. In serata, due dei trattori sono stati trasportati fuori dalla colonia di Mehola, presumibilmente in una base militare più a sud nella valle.
Il 17 dicembre è stato confiscato un altro trattore a Ein Al Helwah. Apparteneva all’agricoltore Mufadhi Lafi. Nel corso degli ultimi due anni, l’esercito israeliano ha confiscato cinque dei suoi trattori in diverse comunità. Al momento di quest’ultima confisca, Mufadhi Lafi stava lavorando su una proprietà privata (appartenente a un agricoltore del villaggio di Ein Al Helwah); nonostante ciò, i soldati hanno insistito sul fatto che la terra è di appartenenza delle autorità che controllano la regione e che Mufadhi Lafi vi stava dunque lavorando illegalmente.
Aumenta il numero di demolizioni di case nella Valle del Giordano
Il 13 dicembre sei abitazioni sono state demolite nel villaggio di Al-Jiftlik, nella Valle del Giordano meridionale. L’esercito di occupazione ha fatto irruzione nel villaggio palestinese, ha costretto i residenti a lasciare le loro case e ha distrutto gli edifici, lasciando le famiglie senza alcun riparo.
Ahmed, uno dei proprietari, ha dichiarato: “Il governo israeliano insegna all’esercito di occupazione a uccidere e a sradicare gli alberi per costringerci ad andarcene. Non insegnano ai soldati e al mondo intero che noi siamo i legittimi proprietari di questa terra e che abbiamo il diritto di vivere e abitare dove siamo. Non sanno che i nostri uomini, le nostre donne e i nostri bambini continueranno a resistere per proteggere la nostra terra. Le autorità di occupazione non pensano alla pace o a trovare soluzioni per la società civile che vive ad Al-Jiftlik. Ci trattano con leggi militari. Non abbiamo un esercito, né qualcuno che difenda i nostri diritti”.
Il 19 dicembre, le Forze di occupazione israeliane hanno demolito due case in costruzione in un’area a est di Gerico con il pretesto dell’assenza dei permessi necessari. Una delle case, appartenente ad Amer Al-Quraishi, è composta da due piani di 200 metri quadrati ciascuno ed era in costruzione in un’area chiamata “l’aeroporto”. L’altra casa appartiene ad Amjad Abdel-Rahman Idris.
Entrambi i proprietari sono in possesso di permessi per la costruzione delle loro case rilasciati dalla municipalità di Gerico, ma le forze di occupazione non li hanno accettati. Hanno invece ordinato ai residenti di richiedere un permesso alla municipalità di Beit El.
Da notare che oltre 60 case nell’area di Gerico sono sotto la minaccia di demolizione, comprese quelle i cui proprietari hanno preso provvedimenti legali dopo aver ricevuto un ordine di demolizione. Centinaia di case e scuole nella Valle del Giordano rischiano attualmente di essere demolite. Questo crea un ambiente ostile, impedisce ai cittadini palestinesi di abitare e lavorare i propri terreni liberamente e minaccia infine il loro diritto a vivere in modo dignitoso.