Per i palestinesi della Valle del Giordano, il 2024 è finito come è iniziato, con i coloni e le forze di occupazione che lavorano fianco a fianco per perseguitare e attaccare le nostre comunità, rubare la nostra terra e cacciarci dalle nostre case.

Hammamat al-Malih

I coloni hanno impedito ai contadini dell’area di Um Malqaba di coltivare i loro terreni. I coloni hanno chiamato l’esercito di occupazione e i contadini palestinesi sono stati trattenuti per più di due ore e poi allontanati dall’area. È stato vietato loro di continuare ad arare la terra e sono stati minacciati di vedersi confiscare le attrezzature agricole se avessero tentato di tornare a lavorare i campi.

Bardala

Il 23 dicembre coloni armati hanno stabilito un avamposto a ovest del villaggio di Bardala – vedi rapporto separato.

Tayaseer

Il 24 dicembre i coloni hanno rubato 25 mucche dal villaggio di Tayaseer, nel Governatorato di Tubas, situato nella Valle del Giordano settentrionale, durante le ore notturne. Le mucche appartenevano al cittadino Jamal Al-A’idah. Gli attivisti hanno tentato di rintracciare il bestiame, ma non sono stati in grado di determinare dove si trovasse. Questo atto fa parte della politica dei coloni volta a distruggere l’economia palestinese con il fine di costringere gli abitanti ad andarsene.

Khirbet Ibziq

Il 30 dicembre, la polizia degli insediamenti, insieme a un grosso contingente dell’esercito di occupazione, ha fatto irruzione nei locali del consiglio del villaggio di Khirbet Ibziq. Hanno confiscato la jeep del presidente, Abdel Majeed Khdairat, insieme al suo cellulare e alla carta d’identità. Allo stesso modo, hanno confiscato il cellulare e la carta d’identità di Ibrahim Abu Mohsen.

Al-Auja

Il Dipartimento delle Antichità della cosiddetta Amministrazione Civile israeliana ha iniziato, pochi giorni prima di Capodanno, a recintare un sito archeologico situato a nord della città di Al-Auja (Gerico) al fine di prenderne il controllo. Sul sito sono state posizionate telecamere di sorveglianza.

La nostra lotta continua

Continueremo a lavorare insieme per rimanere saldi e restare a vivere sulla nostra terra. Il nostro slogan, Esistere è Resistere, non è mai stato così reale. Vorremmo ringraziare tutti gli attivisti locali e internazionali che ci hanno sostenuto quest’anno e daremo il benvenuto a tutti coloro che vorranno lavorare con noi per la libertà e la giustizia nel 2025.