I coloni rubano altra terra dal villaggio di Bardala
Lunedì 23 dicembre, alcuni coloni hanno iniziato la costruzione di un nuovo avamposto illegale sui terreni appartenenti alla cittadina di Bardala, nella Valle del Giordano settentrionale. L’avamposto si trova nella periferia occidentale di Bardala, separando la città da Khirbet Qa’un e occupando terre utilizzate dai residenti palestinesi per la coltivazione e il pascolo. I testimoni hanno riferito dell’arrivo dei coloni a bordo di due auto e di un quad, armati di fucili e con a seguito circa 30 mucche che hanno fatto pascolare sui terreni agricoli palestinesi mentre iniziavano la costruzione del nuovo avamposto.
Da quel momento i coloni, insieme a membri del Consiglio per gli insediamenti e alle forze militari israeliane, hanno continuato a muoversi nei terreni di Bardala e Khirbet Qa’un, facendo pressione sugli abitanti palestinesi. Così come a Bardala, negli ultimi mesi i coloni hanno continuamente minacciato i residenti palestinesi della Valle del Giordano attaccandoli e impedendo l’accesso a terreni e fattorie, lavorando sotto la direzione del Consiglio coloniale guidato da Shay Eigner.
Il 25 dicembre, attivisti internazionali hanno accompagnato i residenti di Bardala nei campi situati vicino all’avamposto. Due coloni armati, insieme ai paramilitari del Consiglio per gli insediamenti, hanno raggiunto i contadini palestinesi e gli attivisti internazionali, chiedendo immediatamente il supporto dei militari. L’arrivo dei soldati ha portato all’arrestato di dodici persone tra palestinesi e internazionali, le quali sono state ampiamente perquisite e interrogate. Le forze israeliane hanno controllato i telefoni, chiesto documenti e scattato foto ai volti dei trattenuti, impedendo loro di parlare e separando i palestinesi dagli internazionali in attesa dell’intervento della polizia. Gli anziani e i bambini palestinesi, insieme agli internazionali, sono stati rilasciati dopo circa tre ore. I restanti sei giovani e uomini palestinesi sono stati arrestati. Ammanettati e bendati, sono stati portati al checkpoint di Bardala-Ibziq, dove sono stati trattenuti per altre 5 ore.
In seguito a questi accadimenti continua per i palestinesi ad essere vietato l’accesso ai terreni di loro proprietà situati nei pressi dell’avamposto, con la motivazione che l’area è stata dichiarata zona militare chiusa e dunque interdetta all’accesso. I coloni stanno diventando sempre più presenti nell’area, spostandosi in tutta Bardala e portando maggiori risorse nell’avamposto, fra cui condutture idriche e materiale per la costruzione di infrastrutture.
Quanto accaduto a Bardala non è un fatto isolato, poiché il numero di avamposti militari e colonie è in rapido aumento in tutta la Valle del Giordano settentrionale. Questo ultimo atto di occupazione fa seguito alla costruzione di una nuova “strada di sicurezza” (interdetta ai palestinesi) e di una recinzione da parte delle forze israeliane, creata per annettere altra terra palestinese e separare le comunità le une dalle altre, limitando ulteriormente la possibilità di movimento e le attività agricole, fondamentali per il sostentamento delle famiglie palestinesi che vivono nell’area.