Nel 2020 Heiner Schmitz ha catalogato le vite di 16 famiglie beduine della Valle del Giordano nel suo libro fotografico Occupied Lives: Bedouins of the Northern Jordan Valley. Il fotografo tedesco ha voluto raccontare attraverso le immagini la lotta quotidiana per la sopravvivenza portata avanti da queste famiglie resistenti e la repressione sistematica messa in atto nei loro confronti da parte delle forze di occupazione.

Successivamente alla pubblicazione del libro, le famiglie sono state visitate nuovamente. Per molte di loro le condizioni di vita sono peggiorate ulteriormente. Gli aggiornamenti che abbiamo ricevuto sono i seguenti:

La famiglia di Abu Khayrie

  • vive ancora e resiste ad Al-Faresiya
  • due nuovi avamposti israeliani costruiti intorno alla comunità, il che significa maggiore controllo della terra e maggiore pressione da parte dei coloni
  • stesse condizioni di vita

La famiglia di Jamalat Garwan

  • vive ancora a Fasayil
  • ancora problemi con la scarsità dell’elettricità, soprattutto in estate
  • l’acqua è accessibile solo 2-3 giorni alla settimana
  • un nuovo avamposto vicino al villaggio limita il diritto di movimento, controlla i pastori quando vogliono portare le greggi al pascolo

La famiglia di Suleiman Rahayla

  • l’esercito israeliano ha distrutto il suo mercato nel 2020
  • due nuovi avamposti vicino al villaggio
  • Suleiman può camminare di nuovo grazie alla nuova protesi alla gamba, finanziata grazie al ricavato dalle edizioni precedenti di questa stessa mostra

La famiglia di Abu Reyed

  • l’anno scorso ha ricevuto un ordine di demolizione, ovvero l’ordine di distruggere tutto ciò che possiede: la sua casa e il rifugio per gli animali
  • non ha ancora accesso all’acqua; non può utilizzare le condutture e le sorgenti naturali

La famiglia di Abu Ahmad

  • condizioni di vita ancora difficili
  • ha perso uno dei suoi figli a causa di una malattia nel 2021
  • la sua casa ha bisogno di essere ristrutturata e riparata – è dunque necessario un finanziamento

La famiglia di Muhammad Bani Odeh

  • vive ancora nella comunità di Al-Hadidiya
  • niente acqua, niente elettricità, niente strade
  • non c’è una scuola; i bambini devono camminare per un tratto di 3-6 chilometri fino alla strada e poi prendere l’autobus che li porta alla scuola più vicina, a 25 km di distanza

La famiglia Turky

  • vive nel villaggio di Ibziq
  • Nel 2021 l’esercito israeliano ha confiscato macchinari, i trattori e le automobili dell’intera comunità
  • quando i beni sono stati recuperati, gli abitanti hanno dovuto firmare un documento in cui si dichiarava che non avrebbero più potuto usare i loro mezzi nella stessa comunità
  • stesse condizioni di vita: niente acqua, niente elettricità, niente strade

La famiglia di Abdelrahman Bsharat

  • vive ad Al-Hadidiya, quindi deve affrontare gli stessi problemi della famiglia di Muhammad Bani Odeh

La famiglia di Jehad

  • vive ancora a Fasayil
  • un nuovo avamposto vicino al villaggio limita il diritto di movimento, controlla i pastori quando vogliono portare le greggi in montagna
  • la loro casa è a rischio poiché hanno ricevuto un ordine di demolizione e il caso è ancora in esame in tribunale (dal 2016)

Famiglia di Ahmad Aasiy

  • tutti i membri della famiglia hanno lo status di rifugiati
  • vivono vicino a Gerico
  • non hanno ancora il permesso di tornare al loro villaggio d’origine
  • la sua fattoria nel luogo di origine è a rischio: l’esercito israeliano ha dichiarato il terreno un’area di sicurezza interdetta ai civili

La famiglia di Hamdy Ebayat

  • del villaggio di Fasayil
  • stessi problemi della famiglia di Jehad e della famiglia di Jamalat Garwan
  • la loro casa è a rischio a causa di un ordine di demolizione, il caso è ancora in tribunale (dal 2016)

La famiglia di Abu Yussef

  • vive ancora nel villaggio di Al-Auja poiché non ha il permesso di tornare al suo villaggio d’origine
  • tutti i membri della famiglia hanno lo status di rifugiati
  • non avendo terra da coltivare, la vita è difficile per loro ad Al-Auja
  • la loro terra nel luogo d’origine è ancora confiscata

La famiglia di Imu Mohamed

  • resistono ancora ad Al-Auja
  • nessun nuovo problema