Confische di terre e attacchi dei coloni nel nord della Valle del Giordano
Il 10 febbraio l’Amministrazione civile dell’esercito di occupazione ha annunciato la confisca di terre palestinesi nella Valle del Giordano settentrionale, in particolare a Khirbet al-Hadidiya, Mofiya, nell’area di al-Baqi’a e a Umm ‘Ashish. Queste aree agricole e di pascolo sono fra le più estese e fertili della Valle del Giordano settentrionale. Dopo la confisca la terra viene assegnata ai coloni per far pascolare il bestiame, impedendo ai legittimi proprietari terrieri di accedervi e lavorarci. Tale azione costituisce una violazione del diritto internazionale, finalizzata all’annessione della Valle del Giordano e allo sfollamento forzato dei suoi abitanti indigeni.
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La notizia segue una settimana di intensi attacchi e repressione da parte dei coloni.
Il 5 febbraio, Iyad Sawafteh faceva pascolare il proprio gregge su terre palestinesi a nord del villaggio di Bardala quando sei coloni, armati di fucili M16, aste di ferro e bastoni in legno, lo hanno affrontato bloccando l’accesso ai terreni.
Poco dopo, Abdullah Sawafteh, Naeem Al-Masri, Rashid Khudairi e molti altri residenti sono arrivati per sostenere Iyad. I coloni hanno quindi attaccato Abdullah, Naeem e Rashid, picchiandoli e infliggendo loro gravi ferite. Abdullah è stato colpito al volto, perdendo cinque denti.
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I coloni hanno inoltre tentato di sequestrare i veicoli, rubando le chiavi dell’auto di Naeem e cercando di fare lo stesso con il veicolo di Rashid. Uno dei presenti ha riferito: “Quando sono intervenuto, un colono ha bloccato la mia auto chiudendo la chiave all’interno. Per liberarla, ho dovuto rompere il finestrino laterale, ferendomi alla mano destra”.
In seguito, l’esercito è arrivato e ha trattenuto Naeem e Tawfiq per diverse ore. Sia i soldati che i coloni hanno aggredito Naeem. Grazie alle fotografie scattate, il gruppo è riuscito a identificare alcuni dei coloni, rivelando il loro coinvolgimento in molteplici attacchi in diverse aree.
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L’11 febbraio, l’esercito di occupazione e la compagnia Mekorot hanno fatto irruzione nel villaggio di Bardala (Valle del Giordano settentrionale) interrompendo le forniture di acqua potabile e agricola.
Tale azione ha lasciato i residenti senza accesso all’acqua, aggravando la crisi in corso nella regione. Molte persone nella Valle del Giordano soffrono già di gravi carenze idriche come parte di una più ampia politica di discriminazione razziale e di sfollamento forzato.
Infine, nelle stesse giornate l’occupazione ha emesso un ordine di demolizione per la casa del cittadino Izzat Ahmed Rashaida Khanifis e dei suoi fratelli, situata nel villaggio di Bardala. La casa, costruita in cemento, è composta da tre piani, ciascuno della superficie di 145 metri quadrati.